27. Oktober 2021
«SUR PAPIER – MINGJUN LUO, FRANCINE MURY, JIANG ZUQING E SIVAN ELDAR»
Esposizione Museo delle Culture Lugano (MUSEC), dal 28 ottobre 2021 al 20 marzo 2022
Bild oben: Mingjun Luo, Senza titolo, 2006, inchiostro di china su carta © Mingjun Luo
Con l’esposizione «Sur Papier» il MUSEC prosegue l’esplorazione del rapporto fra arte contemporanea e tradizione in Cina.
Le artiste Mingjun Luo, Francine Mury, Jiang Zuqing con la musicista e compositrice Sivan Eldar, riflettono sull’interazione corpo/scrittura e sul superamento del ruolo individuale in un contesto creativo ormai globalizzato. L’esposizione è curata da Marco Franciolli e Antonia Nessi e costituisce la seconda tappa della mostra che è stata realizzata in collaborazione con il Musée d’art et d’histoire di Neuchátel (MAHN) dove è stata presentata la scorsa estate.
«Sur Papier» confronta le nozioni di spazio e di ibridazione identitaria tra Oriente e Occidente, in una dinamica di eco tra culture e mezzi espressivi. Il gesto ampio, la fluidità del segno o ancora la minuzia del dipinto all’inchiostro di china si susseguono nelle sale espositive, rivelando le peculiari qualità dei supporti, la varietà di linguaggi e le diverse sensibilità delle artiste in mostra.
Il progetto «Sur Papier» ha origine dall’incontro tra l’artista svizzera Francine Mury e la cinese Jiang Zuqing, L’intenso lavoro a quattro mani su fogli di grande formato – prodotti secondo i metodi tradizionali della provincia cinese dell’Anhui – restituiscono il senso della loro complicità artistica: l’incontro del corpo e del gesto con la superficie bianca porta le artiste al superamento del ruolo individuale e della loro origine culturale.
La pregnanza di questo momento di condivisione e incontro fra culture ha generato il desiderio di ampliare la riflessione attorno al tema del dialogo fra artisti e dell’ibridazione dei linguaggi artistici fra le varie culture, includendo nel progetto una terza artista visiva, la cinese Mingjun Luo residente in Svizzera dal 1987 e una musicista compositrice, Sivan Eldar (Israele-USA).
Bild: Francine Mury e Jiang Zuqing, Senza titolo, 2018. Inchiostro su carta. © Francine Mury e Jiang Zuqing
L’esposizione al MUSEC
Le due opere di grande formato di Francine Mury e Jiang Zuqing e altre due di Mury che troviamo nella prima sala dello Spazio Cielo di Villa Malpensata, presentano segni, tracce, ritmi e sospensioni che rinviano a motivi orientali e occidentali. L’equilibrio dinamico fra i neri ottenuti con l’inchiostro di china e il bianco del supporto, così come il rapporto fra pieno e vuoto rimandano ai precetti della filosofia buddista e taoista. Nelle loro opere a quattro mani, le identità individuali si stemperano e danno vita a un linguaggio universale, a una modalità inedita di condividere, pensare e elaborare il percorso artistico. Francine Mury descrive così il processo creativo: «[Zuqing ed io] lavoriamo sul pavimento nel grande laboratorio dell’Accademia [di Tsinghua, a Pechino]. Accediamo tratto dopo tratto a una portata diversa, a un nuovo approccio. A poco a poco ci stacchiamo dalla nostra individualità. Andiamo oltre i nostri approcci personali e uniamo i nostri ritmi distintivi, la misura: i nostri pennelli si incrociano, si sovrappongono in risposta al tratto o alla forma dell’altro, poi si trasformano, si sovrappongono. Le nostre rispettive origini si riflettono nel nostro stato d’animo, nella posizione dei nostri corpi e nei nostri movimenti.»
Il percorso espositivo prosegue con una selezione di opere di Mingjun Luo dalla serie «Break up étoilé»; composta in origine da 105 dipinti all’inchiostro di china montati su tela e qui presentata in una versione elaborata appositamente per gli spazi del MUSEC. La rigorosa ricerca formale, unitamente alla padronanza del gesto e dei mezzi tecnici – frutto di una formazione accademica classica – si esprimono pienamente nell’astrazione del dripping stellato. In questa serie coesistono rigore e casualità, espressione delle contrapposizioni che animano il suo lavoro e assumono il valore di una metafora che rimanda al relativismo dell’individuo. Anche la scrittura e la lingua sono centrali nella ricerca artistica di Mingjun Luo; nella stessa sala troviamo una selezione di opere della serie «Break the Chinese Character». L’artista reinventa, devia o isola i caratteri sullo spazio bianco del muro, intervenendo su un sistema apparentemente codificato e integrando il linguaggio in una dimensione personale e soggettiva, dove nulla è fisso e tutto è da scrivere.
Il percorso espositivo si arricchisce della parte sonora grazie al lavoro di Sivan Eldar, musicista-compositrice da anni attiva nell’ambito di collaborazioni transdisciplinari fra musica, danza, performance, opera e arti visive. Sivan Eldar ha elaborato una sequenza acustica che dialoga con le opere di Francine Mury e Jiang Zuqing nella sala centrale dello Spazio Cielo, rilevando elementi comuni tra linguaggio musicale e pittorico quali ritmo, vibrazione, frequenze.
Come in un continuo dialogo fra le quattro artiste ritroviamo Mingjun Luo nella penultima sala dello Spazio Cielo. L’inizio degli anni 2000 segna una svolta nel suo percorso artistico con un ritorno alla figurazione. L’artista si dedica alle «Petites choses» («piccole cose») della quotidianità: ciotole, vasi, tazze, braccialetti, rasoi. Oggetti che segnano un ritorno alle «cose semplici» e un modo per l’artista di definirsi e affermarsi quale donna, fra tradizione e libertà, in una sorta di autoritratto visivo. La serie «Bols» («ciotole») è emblematica dei movimenti opposti che animano tutta l’opera di Mingjun Luo, segnata da un gesto che distrugge e ricostruisce. Infatti, le delicate e diafane ciotole di carta sono ottenute a partire da pezzetti di carta strappata. L’oggetto, prezioso e banale al tempo stesso, viene esposto in una bacheca, simbolo della «sacralità» dello spazio museale: in questa messa in scena si stempera la qualità dioggetto e la ciotola acquisisce una nuova valenza, al contempo privata e universale.
A chiudere il percorso espositivo vi è il documentario creativo di Domenico Lucchini «One Leaf One Life», dedicato all’incontro e alla collaborazione tra Francine Mury e Jiang Zuqing e al dialogo fra culture quale generatore di conoscenza e arte. Il documentario è stato realizzato grazie agli allievi del Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive (CISA) e realizzato sotto la supervisione di Etienne del Biaggio.
cp
Contatto:
https://www.musec.ch/news-events/SUR-PAPIER.html
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Bild: Francine Mury e Jiang Zuqing all’Università di Tsinghua, Pechino © Francine Mury e Jiang Zuqing
Kommentare von Daniel Leutenegger